Qualcosa si muove nel dibattito sulla presenza/assenza delle donne in questa campagna elettorale complicata ed in questo periodo politico difficile e controverso.
Nelle liste elettorali che si vanno formando, causa la restrizione dei seggi disponibili per Camera e Senato, nonché la necessità di “collocare” i leader (uomini) nei posti di comando, le donne sono sempre troppo poche.
Rendite da posizione di uno schema politico ed istituzionale sempre più maschile che cancella le donne (e le loro istanze) dallo scenario generale del dibattito politico (dall’agenda!) e dal livello decisionale. Tranne alcune, rare eccezioni, spesso cooptate. E purtroppo (paradossalmente?) soprattutto a sinistra.
Le donne si devono far sentire su temi distintivi e così sta succedendo, prima per linee interne, ora sempre più visibili: voglio citare il gruppo di Ecofemministe e Sostenibilità, tra cui Laura Cima e Monica Lanfranco, che sta mettendo in una rete di relazioni ampia un “decalogo di buon governo”, un manifesto in dieci punti dalla parte delle donne basato su concetti di equità, responsabilità individuale e collettiva e con obiettivo la necessità di un cambio di paradigma, “richiesto anche dagli obiettivi trasversali dell’agenda ONU 2030, ratificati dall’Italia e ispirati dalla Piattaforma di Pechino del ’95, ancora vigente, le cui finalità sono riprese nel Piano NGEU e nei PNRR nazionali e soprattutto nella nostra Costituzione”.
Su questo si chiede e si sollecita il confronto con le candidate, con i partiti, con le liste. Sono temi dell’oggi, imprescindibili che partono dalle “..emergenze climatiche, sociali e di genere che ci stanno portando al disastro” (per saperne di più clicca su questo link: https://ecofemministe.wixsite.com/ecofem).
“Vogliamo affermare quello di cui le donne sono esperte: relazioni eque tra le persone nel rispetto delle differenze, una società della cura, l’abbraccio alla Madre Terra e alle specie che la abitano”.
Con molta concretezza, partendo dal prendersi cura del mondo e delle persone, “pensare a un modo nuovo di abitare il mondo e di utilizzare le risorse, a nuove regole di convivenza”. E declinando le proposte su lavoro (“deve essere garantito a tutte e tutti con adeguata remunerazione e in condizioni che consentano ogni giorno, insieme al tempo per il riposo e per la libertà personale, un tempo per la manutenzione e la cura degli ambienti e delle relazioni, superando il modello sessista della divisione dei compiti”); transizione ecologica (“la bonifica dei siti inquinati e delle acque, l’economia circolare, le fonti rinnovabili, il riciclo e il riuso, il trasporto e la mobilità non inquinante, la riduzione drastica di emissioni CO2 e polveri sottili, la messa in sicurezza dei nostri territori sempre più minacciati dagli eventi climatici, la promozione dell’agroalimentare sano e dell’etichettatura corretta insieme alla tutela degli animali e all’eliminazione degli allevamenti intensivi..la fine dei sussidi al settore petrolifero e ai combustibili fossili, l’eliminazione delle plastiche, lo stop alla cementificazione e all’industria delle armi.. la salvaguardia dei beni pubblici a cominciare dall’acqua ma anche del paesaggio, della biodiversità, del nostro patrimonio storico, infine la riqualificazione urbana e il diritto alla casa, la realizzazione di collegamenti interni tra regioni contro l’inutilità delle “grandi opere”).
La priorità assoluta per la salute pubblica (a cominciare dal “nascere bene”), la scuola pubblica, la violenza contro le donne (“chiediamo la piena applicazione della Convenzione di Istanbul e in particolare: sospensione della potestà genitoriale per chi agisce violenza, lavoro costante per abolire il fenomeno della prostituzione, abrogazione della legge 54/2006 sulla bigenitorialità imposta, formazione e informazione per impedire l’utilizzo di forme subdole della Pas o sindrome di alienazione genitoriale”); una nuova politica dell’immigrazione per fermare la morte dei migranti e delle migranti in mare e lo stop ad ogni intollerabile narrazione delle migrazioni come invasione e problema di sicurezza; il fisco con la lotta all’evasione fiscale, una riforma fiscale equa e una tassazione sui grandi patrimoni; le spese militari che devono essere ridotte (“siamo non violente e da sempre e vogliamo che la guerra esca alla storia”) ed un sistema di difesa europeo orientato alla gestione non violenta dei conflitti.
Questi sono tutti temi per cui il confronto e la decisione sono improcrastinabili, questo è un punto di vista femminista.
“Se arriverà il tragico momento nel quale Giorgia Meloni diverrà la prima premier al governo di quello che Piero Angela ha definito, poco prima di morire, il nostro difficile Paese, ci sarà chi parlerà di raggiunta parità tra uomini e donne “ (Una donna premier contro le donne, Monica Lanfranco, Micromega).
Una donna comunque sia, allora?
No, non è così. C’è una distanza fatta di contenuti, diritti e cultura, che fa la differenza.
DANIELA CASSINI