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Quale situazione per la mobilità e il trasporto in Liguria?

Analisi breve sui modelli di trasporti e mobilità in Liguria – Considerazioni dell’esistente

Le autostrade

di cui siamo spesso prigionieri  sono fatiscenti e care. Le poche vie stradali con sviluppo storico come l’Aurelia sono circondate da un cementificio incontrollato di città fra mare e monti. La Liguria è spezzata in due, prima dal crollo assurdo del,ponte Morandi, ora dai cantieri delle manutenzioni mai fatte, con traffico pesante che si riversa dalle autostrade alle vie cittadine o costiere.

Nessun progetto noto e discusso sensato va a sollevare la situazione pianificando anche nel tempo, come e chi collegare e soprattutto per quale obiettivo o scopo. Le risorse regionali sono gestite da una amministrazione senza progettualità, ma legata a metodi di profitto d’impresa. La lentezza progettuale basa l’esistente su dati di traffico obsoleti e non reali.

Le linee ferroviarie

con alcuni tratti pur essendo internazionali e fondamentali sono ancora con parti a binario unico e senza una strategia di trasporto merci/utenti programmata. Vedi collegamenti portuali inefficienti e anche l’immenso Parco Doria a Ventimiglia con progetto preparato di carico container in arrivo dall’estero mai attuato. I collegamenti effettivi con porti di Genova e Savona sono largamente deficitari e limitanti!

Il trasporto passeggeri per utenti pendolari o per turismo è un servizio pessimo e lento che chiunque può valutare.  Lo scambio verso Piemonte, Lombardia o altro è soggetto agli umori delle FFSS oltre che con le problematiche del territorio senza manutenzione (frane, smottamenti)

I porti

sviluppati e attrezzati per merci sono Genova, Savona, La Spezia e l’ultimo in ordine di tempo Vado Ligure e secondariamente per traghetti. IL 70 % circa delle merci in movimento globale è dato da prodotti clima-alteranti e che dovrebbero essere dismessi.  Petrolio e derivati, chimica, prodotti tossici e rifiuti, carbone, grano e sfuso proveniente da paesi con inquinanti e OGM, merci di abbigliamento o prodotti cinesi o mediorientali a basso costo, frutta e verdura da paesi del terzo mondo o molto lontani, mentre spediamo armi e sistemi militari assieme ad auto di lusso. Questo è rilevabile da dati della stessa A. P.

Questi porti hanno sviluppo concorrenziale fra loro e scambiano merci utili spesso solo ai privati per proprio business, non ai territori attraversati, anzi….  Aziende private a cui sono stati dati in concessione ne beneficiano a proprio vantaggio per decenni, mentre denaro pubblico è stato investito per costruirli e lottizzarli. L’ultimo nato il porto di Vado Ligure (SV) frutto di 450 milioni di euro pubblici ( MEF e  Regione Liguria) dati all’Autorità Portuale e poi gestito da società internazionali quotate in borsa.

L’aeroporto di Genova

…non è mai decollato. Ha servizi limitati, pandemia a parte che  ne ha messo in forse l’esistenza. E’ tenuto in vita dalla distribuzione di risorse nazionali. Con modesti sviluppi e attualmente non utile al turismo o alle necessità di collegamenti internazionali.

Le partecipate dei trasporti urbani

delle grandi città, quasi tutte con bilanci in perdita costante negli anni sono state usate come bancomat dai comuni in crisi di risorse o per drenare risorse con progetti avveniristici di fondi europei, ma senza riscontro concreto sui quartieri. con mezzi obsoleti.  In un territorio difficile, la gestione delle linee di autobus è sempre più inefficiente e antieconomica, senza un piano organico di ambito  Anche dove collegamenti comprensoriali significa cambiare lo sviluppo locale peggiorando!

Questa è la fotografia molto sintetica di una società basata sul profitto che su questo adegua gli strumenti di trasporto e mobilità

All’interno di questa logica stanno i vari progetti che spingono la politica dei partiti attraverso i vari TAV, Terzo Valico, Gronda, Aurelia bis, ecc ( https://parolelibere.blog/2020/09/28/gronda-previsioni-sbagliate-in-dieci-anni-meno-17-di-traffico-rivedere-il-progetto-e-necessario-/ )Progetti fatti con soldi pubblici utili solo ad imprese di costruttori senza uno scopo sociale.

Ogni transizione sociale ha una logica legata agli obiettivi.  Sul piano della mobilità/trasporti è sempre meno un discorso di servizio pubblico per persone o merci, senza una visione per ridurre l’inquinamento ambientale, lo stress da traffico, quindi senza proteggere sicurezza e salute dei cittadini.

Le grandi città stesse sono spesso prigioniere del traffico e dei suoi derivati in senso negativo e non aiutano infine neppure investimenti e turismo. Le piste ciclabili una risibile e inutile vuoto a perdere

Siamo lontani dall’efficienza di paesi del nord Europa  dove il trasporto è integrato da tempo ed è utile allo sviluppo sociale, ma in Italia è la volontà politica che manca, con rare eccezioni

Questo articolo è l’occasione di pubblicizzare il contributo ad un webinar della “Società della Cura ligure” fatto poco tempo fa, dove non intendiamo creare progetti.  Il nostro fine è dare indirizzi e analisi complessive per stimolare una visione diversa dei motivi e delle necessità dei trasporti e della mobilità. Sia per chi ne ha l’obbligo istituzionale, sia per i cittadini che senza strumenti informativi non riescono a sviluppare capacità critica.