Home » Senza categoria » La riforma delle Cure primarie in Italia

La Società della cura individua i temi della salute e della sanità come ambiti rilevanti per l’azione in favore di un nuovo modello di società. In Liguria si sono costituite delle reti di associazioni che sono attive in questo ambito: a livello genovese, la rete Insieme per la salute di tutti; a livello regionale, la rete SOS salute pubblica Liguria. 

In questo contesto, un argomento rilevante è quello della riforma delle cure primarie in Italia (Decreto Ministeriale o DM 77), che fa parte delle riforme previste dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Il giorno 26 luglio 2022, ha avuto luogo un seminario su questo argomento, organizzato dalla Rete nazionale Salute e Welfare, di cui fanno parte sei associazioni, fra le quali la  Associazione Salute Diritto Fondamentale , inoltre l’associazione Salute Internazionale, l’associazione PHC Now or Never (Primary Health Care Now or Never) e altre.  

Di seguito si riporta un breve riassunto degli interventi.

Gavino Maciocco. Il DM 77 contiene due allegati:

  • il primo disegna il quadro strategico (che nelle linee generali è coerente con le indicazioni del PNRR e con i principi dell’OMS espressi nella Conferenza di Alma Ata del 1978) e organizzativo (incardinato sul Distretto sociosanitario, così come previsto dalla legge 229 del 1999); 
  • il secondo è più prescrittivo e riporta solo un elenco di standard molto limitati a cui le regioni devono dare attuazione entro 6 mesi; le regioni hanno ampio spazio di manovra e potrebbero considerare l’allegato 1 come facoltativo. Il ruolo dei medici di famiglia (MMG o Medici di medicina generale) non viene chiarito e tutto viene rimandato alla convenzione. 

Marco Geddes. La parte prescrittiva (allegato 2) è estremamente limitata rispetto all’allegato 1. Questo è un motivo in più per non inserire la sanità tra i temi dell’autonomia differenziata. Potrebbe essere a rischio il ruolo organizzativo e gestionale dei servizi pubblici, oltre allo stesso finanziamento del SSN

Elena Rubatto, Medico di medicina generale, Associazione PHC Now or never. L’assenza di indicazioni tassative sulle modalità di presenza dei MMG all’interno delle Case di comunità è un limite del DM 77. In base alla convenzione i giovani medici possono entrare come dipendenti, se vogliono lavorare nelle case di comunità. Ma per una vera riforma delle cure primarie sarebbe necessaria una modifica radicale della convenzione dei MMG. Attualmente il MMG opera in solitudine. 

Cristiano Zagatti, del direttivo nazionale CGIL. Alcuni strumenti previsti dal DM 77 possono contribuire alla omogeneità fra le regioni. Ma c’è una differenza fra aspetti descrittivi (Allegato 1: cornice strategica e organizzativa) e prescrittivi (Allegato 2). Non si parla di infermiere di comunità e il MMG rimane un soggetto privato. L’ultimo accordo con i MMG non va nella direzione di una maggiore integrazione. C’è un problema importante di finanziamento e di conseguenza un rischio di ridimensionamento dell’offerta pubblica: alcuni servizi rischiano di uscire dai LEA. E’ giusto contrastare i ricoveri impropri e favorire la domiciliarità, ma per questo servono dei finanziamenti. Il FSN (fondo sanitario nazionale) è in calo in termini percentuali rispetto al PIL. Il fenomeno dei gettonisti nel SSN crea una condizione preoccupante. Salute mentale, consultori e medicina dello sport non sono inclusi nel DM 77. E’ in corso una privatizzazione di cui stiamo già vedendo gli effetti.

Ignazio Ganga, segretario nazionale della CISL. Bisognerebbe superare il nodo della legislazione concorrente nel campo della sanità. Non è chiaro come garantire dopo il 2026 gli obiettivi del PNRR (che prevede 2 mld in più all’anno per 3 anni). La CISL aveva chiesto di includere nel DM 77 anche la medicina scolastica. C’è grande preoccupazione sul tema del personale. La messa a terra del DM 77 non è omogenea in tutte le regioni

Mirella Novelli, UIL nazionale.  Ci aspettavamo molto di più. Con la crisi di governo tante cose restano in sospeso, come ad esempio la: legge sulla non autosufficienza. Inoltre l’autonomia differenziata è una spada di Damocle. 

Benedetto Saraceno (psichiatra, dal 1999 al 2010 è stato direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Abuso di Sostanze dell’Organizzazione mondiale della Salute a Ginevra; fa parte di una delle associazioni promotrici: cheFare). L’assenza della salute mentale nel DM 77 fa pensare che ci si voglia orientare al modello attualmente in vigore in Lombardia (definanziamento della salute mentale, convenzioni privatistiche ecc).

Giovanna del Giudice, Rete Basaglia. Nel DM 77 i servizi di salute mentale e delle dipendenze sono solo raccomandati. Non abbiamo bisogno di “bonus psicologo”, ma di servizi pubblici. E’ in corso un processo di re-istituzionalizzazione dei disturbi psichiatrici. Per avere dei buoni servizi ci vogliono buoni operatori, ma anche buone cornici organizzative e istituzionali. E’ necessaria la presa in carico di un territorio definito e non solo dei pazienti che si rivolgono al servizio.. C’è un utilizzo improprio del TSO (trattamenti sanitari obbligatori). Bisogna valorizzare anche le risorse presenti in una comunità.

Don Virginio Colmegna. Gli psichiatri in Lombardia hanno scelto l’ospedale (e non il territorio) come punto di riferimento. La salute non è un tema accanto a quello della partecipazione politica, ma è una occasione fondamentale per la partecipazione stessa. San Vittore è una sorta di OPG (ospedale psichiatrico giudiziario) nascosto. La legge sulla non autosufficienza è scandalosa.

Flavio Lotti, Ai primi di ottobre la Marcia Perugia Assisi avrà come tema: No alle bombe, Sì alle cure, Sullo stesso tema ci sarà un altro appuntamento a novembre, con papa Francesco.

Fulvio Lonati, PHC Now or Never e Alleanza per le cure primarie. Per la riforma delle cure primarie, dei riferimenti importanti sono il Libro azzurro, e il movimento PHC Now or Never. Bisogna passare dalle prestazioni al prendersi cura. Le Case della comunità devono essere articolate in Microaree, con microequipe multiprofessionali. Bisogna partire dai territori e non da silos professionali. Il MMG finché è isolato non può fare altro che prescrivere. Bisogna metterlo dentro le micro-équipe multiprofessionali. Entro luglio l’Alleanza per le cure primarie invierà una Lettera aperta alle forze politiche perché inseriscano le proposte dell’Alleanza stessa nei propri programmi politici (vedi Sito di PHC Now or Never, pagina dell’Alleanza)

Rosy Bindi. I temi della salute e del SSN devono diventare temi centrali delle prossime elezioni. Bisogna chiedere alle forze politiche se intendono rinnovare il patto con i cittadini relativo ad un sistema sanitario pubblico e universalistico. Il DM 77 è un’occasione per evidenziare la rilevanza del tema dell’autonomia differenziata, perché se da un lato alcune regioni vogliono dare di più ai propri cittadini con risorse proprie (autonomia differenziata), dall’altro invece, con riferimento ai temi del DM 77, sembra che  vogliano fare di meno. Il Distretto non è un optional, è legge. Non può diventare facoltativo in virtù di un decreto ministeriale. La parte descrittiva (allegato 1) non deve essere considerata un optional, è la parte essenziale. L’estromissione delle fragilità (tra cui la salute mentale) è la dimostrazione che è a rischio il concetto di presa in carico e di care, a vantaggio di un sistema che produce solo prestazioni. Le opportunità sono quelle contenute nella parte descrittiva (Allegato 1): bisogna chiedere alle regioni da che parte stanno. Non dovremmo scrivere solo alle forze politiche, ma a tutte le regioni e a tutti gli assessori regionali. Se il riferimento è solo l’allegato prescrittivo (Allegato 2), l’intero PNRR viene svalutato. Il valore del documento “Cura e non bombe” sta nella consapevolezza che noi usiamo le bombe perché non ci siamo mai educati a costruire la pace e a prenderci cura delle altre persone e del pianeta. Il centro della pace è la cura della vita di comunità, del nostro saper stare insieme. L’aver espulso da questo DM le fragilità (tra le quali i problemi di salute mentale) è la dimostrazione che non sappiamo usare gli strumenti della cura e della pace