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Genova vent’anni dopo: un altro mondo è necessario

Guardavamo la luna, non il dito. Il variegato movimento altermondialista che si è riunito vent’anni fa a Genova nei giorni del G8 aveva le idee chiare sulla crisi sistemica che stava scuotendo il mondo e voleva affrontarla di petto, nella sua multidimensionalità e complessità. Le sue parole, le sue istanze e le sue proposte furono allora soffocate nel sangue, in quella che Amnesty International definì “la più grande violazione dei diritti umani in occidente dopo la seconda guerra mondiale”.

I giorni di Genova hanno segnato in maniera indelebile la vita di tanti e tante che avevano ritrovato il bandolo della matassa. Una matassa prima tutta annodata e scomposta, quando nei propri luoghi di vita, militanza e attivismo, o semplicemente dal proprio posto di lavoro o quartiere, si avvertiva un senso di straniamento e impotenza: ma cosa sta succedendo? Dove sono i padroni che hanno licenziato il mio vicino di casa? Come mai hanno chiuso la fabbrica dove lavorava mezza città e la produzione è finita dall’altra parte del mondo? Chi sono questi loschi figuri che indebitano Comuni e Stati e impongono ai Governi riforme che nessun cittadino ha mai voluto, né votato? Perché dobbiamo mangiare frutta e verdura importata e maturata nelle celle frigo mentre le nostra non viene nemmeno raccolta e marcisce sugli alberi? Come mai i servizi pubblici sono sempre meno e peggiorano sempre più? E perché crescono gli investimenti in armamenti e guerre, se mancano i soldi per la sanità e la scuola?

Il Public Forum del 2001, oscurato dalla violenza di quei giorni magistralmente utilizzata dai poteri forti e dai media per tappare la bocca e marginalizzare politicamente il movimento dei movimenti, fu un esercizio straordinario di elaborazione collettiva per rispondere alle domande di una comunità umana smarrita e confusa di fronte alla globalizzazione neoliberista. L’intento, riuscito, era quello di interconnettere problemi e temi per ridare un volto e delle responsabilità alla crisi, oltre che possibili soluzioni.

Oggi quella crisi si è fatta gravissima, le ingiustizie e le diseguaglianze sono aumentate senza più alcun contenimento sociale e politico, le istituzioni della democrazia rappresentativa sono in frantumi mentre la crisi climatica avanza inesorabile, rivelando senza infingimenti che il tempo è quasi scaduto. Siamo in piena sindemia ma le risposte della politica asservita alle oligarchie finanziarie ed economiche sono penosamente insufficienti, ottuse e spesso sbagliate.

Per questo, oltre che per fare memoria scevra da reducismo, oltre 30 organizzazioni e associazioni della società civile, nazionali e locali, hanno dato vita ad un progetto finalizzato a riflettere insieme alla cittadinanza, su cosa è accaduto a Genova 20 anni fa e su quali conseguenze ha avuto sul nostro presente la drammatica sottovalutazione delle domande poste dal movimento dei movimenti. In maniera trasversale si affronteranno due questioni centrali: il grave, accelerato e progressivo deterioramento dei diritti umani fondamentali, economici, sociali e culturali e naturalmente la relazione tra l’uso della forza e delle armi da parte delle forze dell’ordine e la garanzia dell’ordine pubblico costituzionale. Le iniziative di “Genova vent’anni dopo: un altro mondo è necessario” si svolgeranno tra il 18 e il 22 Luglio in luoghi diversi della città: da Palazzo Ducale, al Circolo dell’Autorità Portuale, dai Giardini Luzzati a Music for Peace. Ci saranno conferenze, tavole rotonde, presentazioni di libri, mostre, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche e un cammino urbano da Bolzaneto al centro cittadino, attraverso i luoghi simbolo del G8 del 2001 https://issuu.com/yogecomunicazionesensibile/docs/g8prog

Attivisti e attiviste del movimento altermondialista impegnati a Genova e negli anni seguenti, organizzazioni e movimenti sociali di vecchia e nuova generazione, campagne, lotte e vertenze del nostro Paese sono inoltre invitati a partecipare all’assemblea organizzata dalla rete “Genova 2021: voi la malattia, noi la cura” il 19 luglio, verso un autunno di mobilitazione e convergenza per chiedere un netto cambiamento di rotta a beneficio della comunità umane e del pianeta. Il 20 luglio dalle ore 15:00 si terrà la manifestazione a Piazza Alimonda, promossa dal Comitato Piazza Carlo Giuliani.